Mariagrazia De Siena
Fotografa professionista
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Badolato: Panorama del lato sud con scorcio sul mare Ionio a est.
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Badolato: Panorama del lato sud con scorcio sul mare Ionio a est.
Sede del C.I.R (Consiglio Italiano per i Rifugiati) di Badolato (CZ)
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Sede del C.I.R (Consiglio Italiano per i Rifugiati) di Badolato (CZ)
'Sede del C.I.R di Badolato: l'operatrice Cristina Cunsolo e il consulente legale Antonio Laganà.
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'Sede del C.I.R di Badolato: l'operatrice Cristina Cunsolo e il consulente legale Antonio Laganà.
Rifugiati del Progetto SPRAR
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Rifugiati del Progetto SPRAR
Rifugiati del Progetto SPRAR
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Rifugiati del Progetto SPRAR
Il fantastico gruppo di lavoro del CIR di Badolato: Il Responsabile Gino Scoppa coadiuvato dall'operatrice Cristina Cunzolo e dal consulente legale Antonio Laganà. Per loro il lavoro che svolgono al CIR -hanno dichiarato- è una missione.
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Gruppo di lavoro del CIR di Badolato.
Il fantastico gruppo di lavoro del CIR di Badolato: Il Responsabile Gino Scoppa coadiuvato dall'operatrice Cristina Cunzolo e dal consulente legale Antonio Laganà. Per loro il lavoro che svolgono al CIR -hanno dichiarato- è una missione.
I ragazzi rifugiati a Badolato in giro per il paese in compagnia dell'operatrice del C.I.R Cristina Cunsolo.
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Alcuni Rifugiati.
I ragazzi rifugiati a Badolato in giro per il paese in compagnia dell'operatrice del C.I.R Cristina Cunsolo.
Alakozay, afgano. Fuggito dal suo paese a causa delle minacce di morte fatte dai talebani poichè suo papà e i suoi due fratelli avevano osato schierarsi dalla parte degli americani. Ora il suo papà è stato ucciso, i suoi fratelli vivono nascosti e lui, dopo una lunga odissea che lo ha portato sulle coste della Turchia, costretto ad imbarcarsi su uno dei tanti "Barconi della Speranza". Alakozay, nonostante le tragedie vissute nel suo paese d'origine, è un ragazzo ottimista. Ha un sogno: continuare a studiare per farsi una posizione nella vita e viaggiare per conoscere il mondo. Si è iscritto su Facebook per stare in contatto sia con i suoi famigliari che con il resto dei suoi amici sparsi in tutti i continenti.
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Alakozay, afgano Rifugiato
Alakozay, afgano. Fuggito dal suo paese a causa delle minacce di morte fatte dai talebani poichè suo papà e i suoi due fratelli avevano osato schierarsi dalla parte degli americani. Ora il suo papà è stato ucciso, i suoi fratelli vivono nascosti e lui, dopo una lunga odissea che lo ha portato sulle coste della Turchia, costretto ad imbarcarsi su uno dei tanti "Barconi della Speranza". Alakozay, nonostante le tragedie vissute nel suo paese d'origine, è un ragazzo ottimista. Ha un sogno: continuare a studiare per farsi una posizione nella vita e viaggiare per conoscere il mondo. Si è iscritto su Facebook per stare in contatto sia con i suoi famigliari che con il resto dei suoi amici sparsi in tutti i continenti.
Scorcio della Piazza Centrale di Badolato.
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Scorcio della Piazza Centrale di Badolato.
Pulizia del paese dai rami secchi effettuata dai rifugiati.
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Giornata Ecologica.
Pulizia del paese dai rami secchi effettuata dai rifugiati.
Alcune persone della comunità etiope-sudanese trascorrono un'assolata domenica d'inverno nella piazza del paese.
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Rifugiati Etiopi.
Alcune persone della comunità etiope-sudanese trascorrono un'assolata domenica d'inverno nella piazza del paese.
La dolcissima Sabrin gioca con le bolle di sapone. E'una bimba in tutto e per tutto italiana se non fosse per il suo aspetto che tradisce le sue origini. Nata in Libia durante l'attesa “dell'imbarco della speranza”, ora va all'asilo ed oltre all'italiano parla anche il dialetto badolatese.
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Sabrin, la piccolina di Badolato da genitori Etiopi.
La dolcissima Sabrin gioca con le bolle di sapone. E'una bimba in tutto e per tutto italiana se non fosse per il suo aspetto che tradisce le sue origini. Nata in Libia durante l'attesa “dell'imbarco della speranza”, ora va all'asilo ed oltre all'italiano parla anche il dialetto badolatese.
Hamed vorrebbe stabilirsi definitivamente in paese ma l'inserimento occupazionale è più lento e difficile dell'integrazione; Ogni tanto si dà da fare con qualche lavoretto nell'edilizia o nell'agricoltura.
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La piccola Sabrin con lo zio Hamed.
Hamed vorrebbe stabilirsi definitivamente in paese ma l'inserimento occupazionale è più lento e difficile dell'integrazione; Ogni tanto si dà da fare con qualche lavoretto nell'edilizia o nell'agricoltura.
Lo zio Hamed al parco giochi del paese con la piccola Sabrin.
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Sabrin e lo zio Hamed.
Lo zio Hamed al parco giochi del paese con la piccola Sabrin.
Sabrin si prepara la merenda.
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Sabrin.
Sabrin si prepara la merenda.
La mamma di Sabrin che cerca di lavarla prima che scappi fuori a giocare.
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Sabrin e sua Mamma Asefa.
La mamma di Sabrin che cerca di lavarla prima che scappi fuori a giocare.
La mamma di Sabrin che la bacia prima di lasciarla andare a giocare con altri bimbi.
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Sabrin e la mamma Asefa.
La mamma di Sabrin che la bacia prima di lasciarla andare a giocare con altri bimbi.
Abdullah, sudanese, ha sposato Asefa la mamma di Sabrin. E' arrivato in Italia con la sua famiglia di recente. E' entrato nel progetto SPRAR ottenendo asilo politico. Ora vive tra Badolato e la Sicilia dove si trovano altri parenti.
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Abdullah sudanese rifugiato.
Abdullah, sudanese, ha sposato Asefa la mamma di Sabrin. E' arrivato in Italia con la sua famiglia di recente. E' entrato nel progetto SPRAR ottenendo asilo politico. Ora vive tra Badolato e la Sicilia dove si trovano altri parenti.
Sami scappato nove anni fa dall'Etiopia con la sua famiglia in seguito ai conflitti con l'Eritrea che dal '98 flagellano anche la popolazione civile. Entrato nel progetto SPRAR ha ottenuto asilo politico; ora vive a Badolato dove frequenta la scuola media vivendo un'ottima integrazione sociale con i Badolatesi.
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Sami etiope rifugiato.
Sami scappato nove anni fa dall'Etiopia con la sua famiglia in seguito ai conflitti con l'Eritrea che dal '98 flagellano anche la popolazione civile. Entrato nel progetto SPRAR ha ottenuto asilo politico; ora vive a Badolato dove frequenta la scuola media vivendo un'ottima integrazione sociale con i Badolatesi.
Un angolo della casa di Sami. Questi ritratti in foto sono il papà e la mamma di Sami. La mamma di Sami è rimasta in Etiopia ed ora, tramite il progetto SPRAR " Ritrovarsi per ricostruire" che sostiene il ricongiungimento famigliare con azioni concrete, spera presto di riabbracciarla.
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Casa di Sami.
Un angolo della casa di Sami. Questi ritratti in foto sono il papà e la mamma di Sami. La mamma di Sami è rimasta in Etiopia ed ora, tramite il progetto SPRAR " Ritrovarsi per ricostruire" che sostiene il ricongiungimento famigliare con azioni concrete, spera presto di riabbracciarla.
Sami mostra delle fotografie che ha fatto con tanti amici italiani che ha conosciuto lungo il percorso dei vari spostamenti in diversi centri di accoglienza prima di arrivare a Badolato e ivi stabilircisi con presa in carico dello SPRAR.
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Sami etiope rifugiato.
Sami mostra delle fotografie che ha fatto con tanti amici italiani che ha conosciuto lungo il percorso dei vari spostamenti in diversi centri di accoglienza prima di arrivare a Badolato e ivi stabilircisi con presa in carico dello SPRAR.
Sami è anche un campione di corsa campestre. Ha disputato diverse gare a livello nazionale aggiudicandosi spesso i primi posti.
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Sami Etiope Rifugiato.
Sami è anche un campione di corsa campestre. Ha disputato diverse gare a livello nazionale aggiudicandosi spesso i primi posti.
Tefra, papà di Sami, lavora presso un'azienda agricola di Badolato. Il proprietario dell'azienda lo definisce " il factotum" e lo descrive come una brava persona sempre disponibile. Ciò ha dimostrazione di quanto una buona convivenza porti ad una buona integrazione.
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Tefra papà di Sami.
Tefra, papà di Sami, lavora presso un'azienda agricola di Badolato. Il proprietario dell'azienda lo definisce " il factotum" e lo descrive come una brava persona sempre disponibile. Ciò ha dimostrazione di quanto una buona convivenza porti ad una buona integrazione.
Tefra papà di Sami.
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Tefra papà di Sami.
Tefra papà di Sami.
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Tefra papà di Sami.
Tefra papà di Sami.
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Tefra papà di Sami.
Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.
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Badolato: Il Paese dell'accoglienza.

LUOGO: Badolato(CZ)

Realizzato in Febbraio 2012.
In un'Italia sempre più pervasa dalla xenofobia, scaturita da una cattiva politica sull’immigrazione e dai vari luoghi comuni e stereotipi di pensiero instillati nella mente di molti italiani, in Calabria esiste un luogo che viaggia controcorrente: si chiama Badolato ed è un paesino di 400 anime ubicato su di una collina che si affaccia sulle incantevoli coste del mar Ionio.
Denominato il paese dell'accoglienza e della solidarietà, Badolato, che sulla propria terra e pelle delle abitanti aveva vissuto il fenomeno dell'emigrazione, si è riconosciuto in quella gente che, scappando dai loro paesi d'origine, da tempo approda sulle sue coste; ha dato loro ospitalità e sostegno iniziando un percorso di esperienza di convivenza, di integrazione e di rispetto fra genti appartenenti a culture diverse.
Tutto ebbe inizio nel dicembre '97, quando con l'arrivo della nave Ararat sbarcarono, dopo un lungo viaggio fatto in condizioni disumane, 836 persone per lo più di nazionalità Kurda; è in quella occasione che i badolatesi dimostrarono tutta la loro generosità dando inizio ad una vera e propria staffetta di solidarietà.
Ed è grazie a questo evento che il CIR (Consiglio italiano per i rifugiati) apre la sua sede a Badolato che con la collaborazione e supporto dell'allora sindaco Gerardo Manello danno il via al “Progetto Pilota”: “Saranno ristrutturati 50 alloggi nel centro storico. Saranno dunque i kurdi di badolato ad abitare le case rilevate dal comune, ma non
saranno i soli, anche alcuni badolatesi meno abbienti abiteranno questi alloggi. “
Quella nave aveva portato un sogno: la speranza che la presenza dei profughi potesse restituire senso e dignità a
quell'enorme piazza vuota affacciata sul mare, ai vicoli deserti alle case abbandonate a se stesse.
Poi.... la maggior parte di profughi che avevano ripopolato il borgo per un periodo sono ripartiti per nuove mete, nel nord Europa, dove spesso hanno parenti ed amici.
E così Badolato rivive una nuova emigrazione; questa volta ad emigrare sono gli immigrati; in una Calabria che ha difficoltà a tenersi il proprio popolo per le tante carenze sia in campo occupazionale che infrastrutturale diventa ancora più difficile trattenere chi è venuto in questi luoghi con un'aspettativa di vita migliore della precedente.
Ma al di là delle difficoltà oggettive che si possono riscontrare in un paesino come quello di Badolato, qualcuno ha deciso di rimanerci; in diversi si sono adattati lavorando nell'agricoltura o nell'edilizia; hanno vissuto un vero e proprio percorso d'integrazione con gli abitanti autoctoni tant'è che i loro figli, alcuni dei quali nati qui, vanno a scuola e fanno le stesse attività che fanno gli altri coetanei badolatesi.
Nel 2011 le richieste d'asilo in Italia sono state 33.576; delle 24.233 esaminate, 10.520 hanno avuto esito negativo; asilo politico concesso solo a 1.959 profughi: questi sono i dati resi noti dal prefetto PRIA, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno.
Postilla di riflessione:
E' indispensabile cambiare il modo in cui i temi sull'immigrazione sono governati e comunicati. Se non si passa dalle politiche dell'allarme alle politiche dell'accoglienza, saremo costretti a vivere in un paese in cui la necessaria convivenza civile non sarà possibile. Se non si comincia a vedere nell'altro una risorsa e un confronto, ma lo si continuerà a relegare al ruolo del nemico, il razzismo e la violenza saranno le cifre del futuro. Bisogna prendere esempio da Badolato, un valido esempio di solidarietà e integrazione.
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